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Cubo Medusa (Carybdea marsupialis)
Cassiopea Mediterranea Polmone di mare Medusa quadrifoglio Aurelia Aurita velella velella Barchetta di San Pietro medusa cubo medusa luminosa medusa bruna caravella portoghese noce di mare
Cassiopea Mediterranea Polmone di mare Medusa quadrifoglio Aurelia Aurita velella velella Barchetta di San Pietro medusa cubo medusa luminosa medusa bruna caravella portoghese noce di mare
È una medusa? Sì
phylum Cnidaria, classe Cubozoa, nome latino Carybdea marsupialis, nome comune Cubo medusa
Diffusione: Diffusa nella fascia tropicale degli oceani, e da pochi anni purtroppo diffusa anche nel Mar Mediterraneo
Pericolosità: molto urticante
Attenzione: i soggetti sensibili alle sostanze urticanti della medusa possono andare incontro ad eventuale shock anafilattico causato dal contatto della stessa o dal rilascio di tossine
Curiosità:
Questa specie è dotata di ombrella quasi cubica e trasparente. È facile riconoscerla sott'acqua per via della accentuata colorazione dei tentacoli
un po' di foto
Carybdea marsupialis è chiamata medusa cubo o medusa scatola. Specie Atlantica, sempre più diffusa nel Mar Mediterraneo, normalmente reperibile nella fascia batiale, molto facile incontrarle nelle acque basse e sabbiose dell' Adriatico, considerata l'evidente presenza di facili prede per questa e l'ambiente favorevole. Questa specie è dotata di ombrella all'incirca cubica, trasparente. I tentacoli sono quattro, lunghi dieci volte il corpo e sono trasparenti con anelli rossi. L'ombrella misura fino a 3 cm, i tentacoli mediamente non vanno oltre i 30 cm negli esemplari più grandi. È facile di riconoscerla sott'acqua per via della accentuata colorazione dei tentacoli.
Sebbene non forte come nelle specie tropicali, il veleno di questa specie può provocare serie ustioni ed anche mettere in pericolo la vita dell'intossicato, soprattutto per via di eventuali allergie dovute a determinate particelle presenti nell'insieme proteico che ne compone il veleno. In caso di contatto è facile che i fragili tentacoli si avvolgano ad un arto, è importante togliere immediatamente il tentacolo, a mani protette e curarsi. È un veleno termolabile, ovvero la sua azione tende a svanire con l'esposizione della parte urticata a forti sorgenti di calore (sabbia bollente o acqua bollente). I segni di ustione posso rimanere sull'epidermide anche per varie settimane.
Le cellule velenifere, presenti in massa sulla superficie dei tentacoli, se non rimosse con sfregamento e persistenti lavaggi potrebbero provocare forti irritazioni a breve-medio termine, che diverrebbero poi cicatrici.